Nel film 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, un imponente monolite nero accompagna lo spettatore sin dall'inizio del film, lasciandogli addosso una buona dose di domande ed inquietudine.
(Monolite di 2001 Odissea nello spazio, di Stanley Kubrick, USA, 1968)
Come nel film, così nel Salento, il fenomeno megalitico semina la sua scia di fascino e mistero lungo il cammino; attualmente in tutta la Puglia ci sono 102 monumenti, di cui 23 dolmen e 79 menhir.
(Dolmen e Menhir nella zona salentina)
I megaliti in linea generale si dividono in alcuni grandi gruppi, rispettivamente: menhir, dolmen, allineamenti, cromlech e costruzioni difensive.
Menhir:sono monoliti verticali di diverse altezze e fattezze.
Uno dei più famosi è quello di Locmariaquer il Grand Menhir Brisè, Grande Menhir Spezzato (Bretagna) di 20m.
La parola proviene dal dialetto bretone men: pietra e hir: lunga.
(Menhir di Locmariaquer, Men-er-Hroëc'h ovvero Pietra della Fata, Morbihan- Bretagna)
Dolmen: sono costruzioni formate da una o più lastre verticali infisse nel terreno, sormontate da una o più lastre orizzontali.
Allineamenti: sono monoliti disposti su rettilinei a volte paralleli tra loro.
Il più spettacolare è sicuramente quello di Carnac in Bretagna, composto da più allineamenti, Ménec, Kermario e Kerlescan, per un totale di 3000 monoliti distribuiti su 4 km.
(Allineamento di Carnac, Bretagna)
Cromlech (o Stone Circles):
Un insieme di monoliti che tendono a formare una curva, da crum: curva e lech: pietra.
Ce ne sono eccezionalmente di rettangolari, come quello di Crucuno nel Morbihan.
Il più noto è sicuramente Stonehenge nel Wiltshire in Inghilterra.
(Stone Circles di Stonehenge nel Wiltshire in Inghilterra).
Costruzioni difensive: Sono ascrivibili al megalitismo perché costruite con grandi blocchi di pietra, ma il loro utilizzo è chiaro a differenza delle altre forme monolitiche.
Cosa sono questi megaliti e quale la loro funzione?
Innanzi tutto dolmen e menhir, sono state le prime forme architettoniche che l'uomo abbia immaginato e creato, spesso in maniera collettiva e per la collettività.
Sono l'espressione di una società che nel tempo diviene sempre più complessa ed articolata e già solo per questo meritano una grande attenzione.
La loro costruzione ha richiesto duro lavoro ed ingegno: basti pensare che per il menhir di Locmariaquer in Bretagna, ad esempio, si è calcolato siano serviti circa 3000 uomini. E per menhir e dolmen più piccoli come i nostri, si parla comunque del lavoro coordinato di centinaia di persone.
La pietra blu di Stonehenge sembra provenisse da una località lontana ben 400 km, passando per terre e fiumi, certo senza l'ausilio delle tecniche attuali, probabilmente facendoli scivolare su neve e ghiaccio.
Molti dolmen avevano funzione sepolcrale e lo capiamo dal contesto dei ritrovamenti, ma nel complesso non sono stati rinvenuti molti scheletri.
Probabilmente erano tombe per pochi, individui di valore riconosciuto; forse per i più coraggiosi in battaglia, o per coloro che riuscivano a prendere il sopravvento sugli altri, facendo credere di essere i fautori di un periodo florido in auge o degli sciamani dei culti solari, figure diffuse nel neolitico.
Del resto, l' orientamento spesso ben preciso dei monoliti, con le facce più larghe che guardano verso Est e verso Ovest li lega ai culti aniconici solari. Essi spesso si trovano infatti allineati esattamente nei punti di passaggio del Sole, il solstizio d'estate o l'equinozio. Infissi nel terreno, testimoniano il culto della dea madre Terra, il culto più importante del neolitico.
Molto spesso sembrano anche segnalare confini territoriali o viceversa sembra che la delineazione fosse fatta a partire dai punti in cui essi si trovano; e come sempre non ci è dato saperlo con esattezza.
In alcuni paesi si usa ancora commemorare con monoliti la memoria dei morti e questo utilizzo attuale può aiutarci in parte a ipotizzare quello passato. Del resto anche la cultura occidentale erige tuttora delle lapidi composte da un unico pezzo di pietra tagliata e scolpita, a onore e memoria dei propri defunti.
In altri paesi, tra cui l' Indonesia, l'India, il Madagascar, l'Etiopia, l'Oceania, i monoliti vengono eretti anche per motivi più variegati, festeggiare una persona importante, un matrimonio, i fidanzamenti.
Tornando al passato, il complesso fenomeno megalitico si sviluppò a partire da un determinato periodo, ritenuto dagli storici l'optimum climatico per l'Europa, con temperature più elevate delle attuali.
Secondo alcune teorie è anche possibile che, all'opposto, fossero proprio quei cumuli posizionati sapientemente sui centri magnetici terrestri naturali, a mantenere intatta la geomorfologia del territorio ed a garantirne la stabilità magnetica (e quindi climatica).
Potevano quindi essere strumenti utilizzati in maniera sapientemente strategica, da uomini e società particolarmente sensibili ed in sintonia col loro ambiente.
La costruzione e il posizionamento dei monumenti megalitici si diffuse per un lungo lasso di tempo che va all'incirca dal V millennio a. C. nella penisola Iberica ed in Francia, fino ai monumenti più recenti, come quelli del meridione d'Italia, che risalgono all'incirca al II millennio a. C.
In questo ampio periodo, grazie anche al clima favorevole, una delle trasformazioni più importanti nella storia dell'uomo fu la cosiddetta rivoluzione neolitica, in cui l'umanità abbandonò il nomadismo per dedicarsi alla agricoltura ed all'allevamento.
Tutto cambiò.
Cambiò la società, l'aspetto del territorio attorno, la scansione della vita quotidiana.
In epoca moderna, prima di qualsiasi percorso storico, la presenza di queste pietre si spiegava con l'ipotesi che fossero luoghi magici, probabilmente la case delle fate o di giganti venuti dall'Africa, di streghe, di maghi, del Diavolo.
Ad alcune si attribuivano virtù curative.
Verso la fine del '700 si inizio a studiare storicamente e scientificamente l'origine di questi monumenti.
Inizialmente si credeva che il fenomeno megalitico fosse opera dei Celti e che questi luoghi fossero stati creati dai Galli come altari dei loro riti cruenti.
In realtà alla fine del '700, tutto ciò che era antecedente la conquista romana veniva attribuito ai Galli perché tutte le popolazioni a loro precedenti non erano note;
Insieme alla celtomania, iniziavano però i primi scavi, e con essi i ritrovamenti di vasi e strumenti primitivi in pietra, di ceramiche. Con gli scavi anche i primi saccheggi di tombe, alla ricerca di tesori.
Ci si accorse a questo punto che non si trovavano oggetti di ferro e di conseguenza i monumenti megalitici dovevano essere più antichi di quanto si fosse immaginato.
Gli studi sui dolmen si intensificarono in tutta Europa, in Italia in particolare: i primi censimenti dei monumenti della Puglia risalgono all'800.
Nel 1884 vicino Taranto venne ritrovato il dolmen di Leucaspide, che la scrittrice Janet Ross descrive nei suoi Italian Sketches.
L'evoluzione degli studi subì un avanzamento repentino, con un susseguirsi di fondamentali tasselli successivi, alcuni tra i più importanti: gli scavi si moltiplicarono in tutta Europa e ci si accorse che il ritrovamento di utensili primitivi era associato al ritrovamento di animali estinti.
Nel 1859 Darwin pubblicava l'Origine della Specie.
Era sempre più chiaro che i popoli dell'Europa non avevano subito un'evoluzione paragonabile a quella dell'Egitto e dell'Oriente e si fece sempre più forte l'ipotesi che le varie influenze fossero derivate da flussi migratori.
La fase tassonomica arrivò ad altissimi livelli di complessità.
Negli anni '20 circa, iniziarono le prime pubblicazioni di preistoria europea e i dolmen ebbero un ruolo molto importante.
Due erano le teorie formulate circa questi monumenti: essi potevano essere sorti in vari luoghi, indipendentemente ma sotto lo stesso influsso storico, oppure poteva esistere un popolo costruttore dei megaliti.
Si capì in seguito anche grazie all'avvento del carbonio 14 e alla possibilità di datare i monumenti nelle varie nazioni, che i megaliti sorsero separatamente e a distanza di lungo tempo in diverse società: Malta, il Meridione di Italia, la Bulgaria, l'Almeria, il Portogallo, la Bretagna, parte della Germania, la Danimarca, l'Inghilterra meridionale e la Scozia, l'Irlanda.
L'idea di fondo, l'antesignana, va però fatta risalire alla preistoria. Già l'uomo di Neanderthal interrava i suoi morti e li ricopriva con una lastra di pietra spessa: verso il decimo- undicesimo millennio venne ritrovato uno scheletro magdaleniano attorniato da lastre calcaree orizzontali, sormontate da lastre verticali; il primo microdolmen.
Da qui in poi, con un crescendo in dimensioni, inizia il periodo megalitico.
Come già accennato, anche a causa di qualche effettivo ritrovamento in oro e preziosi, si credeva che molti megaliti celassero (o indicassero) la presenza tesori e per questo furono depredati.
Il numero delle leggende popolari e dei riti attorno ad essi si moltiplicarono ed aumentarono sino a che la chiesa non decise di sopprimerli, a volte eliminando gli stessi monumenti o tentando di cristianizzarli scolpendo o infiggendoci sopra delle croci, oppure, come avviene anche nel Salento, trasformandoli in Osanna (dall'ebraico הושענא "Hoshana", aiutaci, salvaci) colonne "de lu Sanna".
ELENCO DOLMEN E MENHIR DELLA PROVINCIA DI LECCE
(da DOLMEN E MENHIR DI PUGLIA di Paolo Malagrinò, Schena editore, Fasano, 1978).
Valeria Girau- valeriagirau.blogspot.it